CATECHISMO VELASCA

STORIA

“Già agli albori del IV secolo, i primi cristiani orenesi condividevano con quelli di Vimercate una chiesetta dedicata al giovane martire romano san Pancrazio. Consolidatosi poi tra noi il cristianesimo, verso l’anno 386 i fedeli orenesi eressero una loro chiesa dedicandola a san Nazaro. Arrivarono poi, nella seconda metà del VII secolo, anche i Longobardi che stabilitisi sulla nostra terra si convertirono al cristianesimo. Pare sia da attribuire a loro la costruzione di una nuova chiesa che, fedeli alle loro origini guerriere, dedicarono a un santo ritenuto pure lui guerriero per aver sconfitto con la spada nientemeno che Satana: san Michele Arcangelo (chiesa che si menzionerà come la prima dedicata a quel santo). Con la costruzione della chiesa di San Michele, la precedente, dedicata a San Nazaro, passò a uso esclusivo delle monache Agostiniane.

In ossequio alle direttive del Concilio di Trento (1545-1563) e sotto la direzione dell’arcivescovo san Carlo Borromeo (1560-1584) avvennero importanti mutamenti. Non furono più i cappellani mandati dalla pieve a guidare le varie comunità periferiche. Anche i piccoli paesi come il nostro, che contava allora circa 500 anime, vennero eretti in parrocchie. Così nel 1567, con la costruzione di una nuova chiesa, sempre dedicata a san Michele Arcangelo (la seconda), la comunità orenese acquisì l’autonomia. Questa chiesa venne restaurata nel 1748. Come la precedente, era ubicata in fondo all’attuale piazza San Michele, piazza che a quel tempo ovviamente non esisteva, ed era posta con l’abside a est e la facciata a ovest. Nel 1857 avvenne la costruzione della chiesa come oggi la conosciamo. Ecco la nascita della chiesa di Oreno secondo le fonti storiche raccolte da Mario Motta. Il parroco don Giuseppe Leoni procede poi al conteggio dei suoi parrocchiani stilando, l’8 maggio 1838, lo Stato d’Anime della parrocchia, in sostanza un vero e proprio censimento della popolazione. La chiesa parrocchiale, con il campanile, trovava ubicazione proprio dirimpetto alla villa Scotti, precisamente a sud, a non più di un centinaio di metri da essa. Ecco allora la lettera del 14 aprile 1853, in duplice copia, indirizzata sia al parroco, lodandolo per l’amorevole dedizione alle “anime di Oreno” sia al Consiglio degli Estimati, con la quale il duca Scotti comunica la propria intenzione di donare la somma di £ 15.000 austriache per l’ampliamento della chiesa; nel caso in cui si decidesse di costruirla lungo la contrada della Madonna (l’attuale via della Madonna) con la facciata rivolta verso la piazza, l’offerta salirebbe a £ 32.000 austriache e, nell’eventualità in cui la scelta cadesse sulla seconda ipotesi, egli desidererebbe che gli venisse ceduta l’area dell’attuale chiesa a prezzo di stima. Da questo si può facilmente intuire che la demolizione della vecchia chiesa e casa parrocchiale e l’acquisto di tale area liberata consentirebbero al duca di allungare la piazzetta Scotti e di realizzare la visuale prospettica suggerita dall’architetto Crivelli.

Il 18 luglio 1855, con la seduta straordinaria del Convocato degli Estimati, si ha la definitiva delibera di approvazione della costruzione della nuova chiesa e torre campanaria, rimandando a un successivo momento quella della casa parrocchiale e dell’oratorio della Confraternita. Il 28 febbraio 1856, in concomitanza con la visita pastorale in Oreno, monsignor Bartolomeo Carlo conte Romilli, arcivescovo di Milano, benedice la prima pietra della nuova parrocchiale. Tale pietra viene posta dal duca Tommaso Gallarati Scotti sotto le fondamenta del battistero, “di quel fonte dove la seconda vita del cristiano è donata”. In poco più di un anno la chiesa parrocchiale viene ultimata; il 6 agosto 1857, lo stesso arcivescovo, faceva ritorno ad Oreno per la consacrazione della nuova chiesa parrocchiale.

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