Don Lorenzo Milani

Tre serate su don Milani

Tutti gli incontri si svolgeranno alle 21.00 presso l’auditorium parrocchiale di Burago.

Giovedì 2 maggio

L’attualità di don Milani
“Non c’è nulla che sia più ingiusto di quanto far parti uguali tra disuguali”

Relatore
Agostino burberi, presidente della fondazione don Milani

Giovedì 16 maggio

Barbiana ’65 – La lezione di don Milani
Proiezione del film
di Alessandro G. A. d’Alessandro

Giovedì 23 maggio

Don Milani e la Chiesa di oggi
“Uomo delle parole e della parola”

Relatore
Frate Antonello Ferretti,
custode della scuola di Barbiana

La vita

Don Lorenzo nasce a Firenze il 27 maggio 1923 in una colta famiglia borghese. È figlio di Albano Milani e di Alice Weiss, quest’ultima di origine israelita.
 
Nel 1930 da Firenze la famiglia si trasferì a Milano dove don Lorenzo fece gli studi fino alla maturità classica. Dall’estate del 1941 si dedicò alla pittura iscrivendosi, dopo qualche mese di studio privato, all’Accademia di Brera.
 
Tornato a Firenze a causa della guerra, entrò in Seminario Maggiore nel novembre del 1943. Il 13 luglio 1947 fu ordinato prete e mandato prima a Montespertoli e poi, nell’ottobre 1947, a San Donato di Ca lenza no. Qui fondò una scuola popolare serale per i giovani operai e contadini della sua parrocchia. 
 
Il 14 novembre 1954 don Lorenzo fu inviato a Barbiana, una piccola parrocchia sperduta tra le montagne del Mugello. Dopo pochi giorni cominciò a radunare i giovani in canonica con una scuola popolare simile a quella di San Donato, mentre il pomeriggio faceva doposcuola ai ragazzi delle elementari statali. 
 
Nel maggio del 1958 dette alle stampe Esperienze pastorali, ma nel dicembre dello stesso anno il libro fu ritirato dal commercio per disposizione del Sant’Uffizio, perché ritenuta “inopportuna” la lettura. 
 
Nel febbraio del 1965 scrisse una lettera aperta ad un gruppo di cappellani militari toscani, che in un loro comunicato avevano definito l’obiezione di coscienza “estranea al Comandamento cristiano dell’amore e espressione di viltà”. La lettera fu incriminata e don Lorenzo rinviato a giudizio per apologia di reato.  Al processo, che si svolse a Roma, non poté essere presente a causa della grave malattia di cui soffriva dall’inverno del ’60: inviò allora ai giudici un’autodifesa scritta. Il 15 febbraio 1966, il processo si concluse in prima istanza con l’assoluzione, ma in seguito al ricorso del pubblico ministero si arrivò alla condanna dello scritto. 
 
Nel luglio 1966, insieme ai ragazzi della scuola di Barbiana, iniziò la stesura di Lettera a una professoressa
Don Lorenzo moriva a Firenze il 26 giugno 1967 a 44 anni. 
(estratto dal sito www.donlorenzomilani.it) 
 
«Quando avete buttato nel mondo di oggi un ragazzo senza istruzione, avete buttato in cielo un passerotto senz’ali.»
Da La parola fa eguali 
 «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia.»
Da Lettera a una professoressa 
«Non vedremo sbocciare dei santi finché non ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all’ingiustizia sociale.»
 Da Esperienze pastorali 

«Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati.» 
Da Lettera a una professoressa